domenica 2 settembre 2007

EDUARDO DE FILIPPO artista di teatro, commediografo, drammaturgo

ACURA DI DANILO PICCHIOTTI

EDUARDO DE FILIPPO, era nato il 24 maggio del 1900 da Luisa De Filippo e Eduardo Scarpetta, con il quale iniziò a lavorare da piccolissimo, nel 1904, quando debuttò come giapponesino nella ‘Geisha’.Fino al 1910 Eduardo continuò a recitare come comparsa o in piccole parti nella Compagnia di Scarpetta, fin quando entrò come collegiale nell'Istituto Chierchia di Napoli per compiere gli studi.
Si dedicò al teatro soltanto nei mesi estivi e nel 1913 recitò con la Compagnia di Enrico Altieri, rientrando poi l’anno successivo stabilmente nella Compagnia di Vincenzo Scarpetta, ove rimase fino al 1920. Nello stesso anno fu richiamato alle armi, nel corpo dei bersaglieri a Roma, e in questo periodo cominciò a scrivere alcuni sketch ed il suo primo atto unico, ‘Farmacia di turno’.Al termine del servizio militare lavorò nella Compagnia di Francesco Corbinci, nella Compagnia di Riviste di Peppino Villani ed infine nuovamente con Scarpetta., fino al 1927, quando fu scritturato dall'impresario Sebastiano Bufi nella Compagnia Carini-Falconi .Dal 1930 Eduardo formò con i fratelli Peppino e Titina un sodalizio di successo, che li vide riuniti nella Compagnia del Teatro Umoristico ‘I De Filippo’ ed anche nel cinema, in film come ‘Non ti pago!’, di Carlo Lodovico Bragaglia, del 1943. Il primo successo teatrale fu ‘Natale in casa Cupiello’ del 1931, rappresentato al Kursaal di Napoli.Nel 1945 Eduardo ottenne grandi consensi al San Carlo di Napoli con ‘Napoli milionaria’, cui seguì, l’anno successivo, ‘Filumena Marturano’, replicata per ottantacinque sere all’Eliseo di Roma.Subito dopo la guerra De Filippo acquistò quello che rimaneva del Teatro San Ferdinando di Napoli, distrutto dai bombardamenti e, con grande tenacia, ne avviò la ricostruzione, finanziandola con la trasposizione cinematografica delle sue commedie.Presso il glorioso teatro napoletano, inaugurato nel 1954, Eduardo chiamò i più grandi attori dell’epoca, da Tina Pica a Pupella Maggio, e ripropose con ‘La scarpettiana’, i maggiori successi di Eduardo Scarpetta; si dedicò intanto all’attività di commediografo e drammaturgo, presentando ‘Questi fantasmi’ al Festival Internazionale del Teatro di Parigi, nel 1955.Dopo il ritiro dalle scene di Titina, e la lite con Peppino avvenuta anni prima per dissapori artistici, Eduardo continuò freneticamente la propria attività poliedrica: nel 1958 scrisse ‘Il figlio di Pulcinella’, seguito dal radiodramma ‘Dolore sotto chiave’ e da un’esperienza di regia lirica, nel 1959, per ‘La pietra di paragone’ di Rossini.Dopo il grave lutto per la perdita della figlia Luisella, avvenuta a soli dieci anni nel 1960 durante una vacanza sul Terminillo, Eduardo si rifugiò nel lavoro: registrò per la tv gran parte delle sue commedie, realizzò lo sceneggiato ‘Peppino Girella’ e scrisse ‘L’arte della commedia’ (1964), ‘Il cilindro’ (1965), ‘Il contratto (1967) e ‘Il monumento (1971). Sempre nel 1971 pubblicò ‘’O canisto’, raccolta di poesie, scritti e ricordi.Una lunga tournèe in Unione Sovietica, Polonia, Ungheria, Austria e Belgio, nel 1962, seguita nel 1972 dalla rappresentazione a Londra di ‘Napoli milionaria’ e di ‘Sabato domenica e lunedì’, nell’anno seguente, consacra la sua popolarità internazionale, alla quale fanno seguito importanti riconoscimenti, tra i quali: il premio Simoni, l’Ambrogio d’Oro e la cittadinanza onoraria di Milano, ed il Premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei di Roma.Nel 1974 un malore improvviso durante la rappresentazione di ‘Gli esami non finiscono mai’ all’Eliseo di Roma, costrinse Eduardo De Filippo a ritirarsi dalle scene, ove tornò dopo essersi sottoposto ad un intervento per l’applicazione di un pace-maker. Seguirono dieci anni di intensa e straordinaria vitalità, che lo videro ancora regista lirico per il ‘Don Pasquale’ di Donizetti rappresentato a Chicago, autore di un volume di poesie per l’editore Einaudi e fondatore della una Scuola di Drammaturgia di Firenze presso il teatro La Pergola.Per il grande autore di capolavori come ‘Il sindaco del rione Sanità’ e ‘Gli esami non finiscono mai’, i premi ed i riconoscimenti si fecero sempre più numerosi: al Premio Pirandello per il teatro (1975) e alle due lauree honoris causa, a Birmingham (1977), e a Roma (1980), seguirono la nomina a Senatore a vita (1981) al posto di Eugenio Montale, una serie di serate in suo onore ed altre prestigiose onorificenze. Negli stessi anni anche la sua vita privata trovò maggiore serenità: dopo due matrimoni poco felici, con Doroty Pennington e Thea Prandi, aveva sposato nel 1977 Isabella Quarantotti e, poco dopo si era anche riconciliato con il fratello Peppino, durante la malattia di quest’ultimo.Nonostante l’età avanzata Eduardo continuò instancabile a presenziare a tanti incontri con il suo pubblico, lavorò con il figlio Luca, tradusse ‘La tempesta’ di Shakespeare in napoletano, prese parte a vari recital con Carmelo Bene e interpretò per la tv il ruolo del vecchio maestro nel ‘Cuore’ di De Amicis, per la regia di Luigi Comencini. Il 15 settembre 1984 fu alla Festa del Teatro di Taormina e si preparava al XXXII Festival Internazionale del Teatro, per il 20 ottobre a Venezia, ma le sue condizioni di salute gli impedirono di viaggiare. 
Morì poco dopo, la notte del 31 ottobre 1984, a Roma; la camera ardente venne allestita al Senato. Fu sepolto al cimitero del Verano, dopo solenni esequie trasmesse in diretta televisiva, e dopo il commosso saluto di oltre trentamila persone.

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