sabato 15 settembre 2007

ALBERTO SAVINIO (BIOGRAFIA)

A CURA DI DANILO PICCHIOTTI
Alberto Savinio, pseudonimo di Andrea Francesco Alberto de Chirico (Atene, 25 agosto 1891 - Roma, 5 maggio 1952), è stato uno scrittore, pittore e compositore italiano.
Nato in Grecia, terzo figlio di Emma Cervetto ed Evaristo de Chirico, fratello del pittore Giorgio de Chirico e di Adele, primogenita, morta nel 1891, studiò pianoforte al conservatorio della sua città natale. Dopo la morte del padre nel 1905 la famiglia si trasferì a Monaco di Baviera (dove arrivò probabilmente nell'ottobre del 1906), dopo aver soggiornato a Venezia e Milano.
Per un breve periodo Andrea de Chirico studiò contrappunto da Max Reger, e s'impegnò nello studio del pensiero di Otto Weininger, Arthur Schopenhauer e Friedrich Nietzsche.
A causa dell'insuccesso delle sue composizioni, si trasferì nel 1911 a Parigi, dove fece la conoscenza di molti esponenti delle avanguardie artistiche come Pablo Picasso, Blaise Cendrars, Francis Picabia, Jean Cocteau, Max Jacob e Guillaume Apollinaire. Dall'inizio del 1914 si presentava sotto lo pseudonimo Alberto Savinio. Pubblicò Les chants de la mi-mort nel numero 3 (giugno/agosto 1914) della rivista Les Soirées de Paris sotto tale nome.
Nel 1915 tornò insieme con il suo fratello Giorgio in Italia. Soggiornarono a Firenze e a Ferrara (destinati al 27° reggimento di fanteria), dove erano in contatto con il circolo artistico di Filippo De Pisis e Carlo Carrà.
Nel 1917 Alberto Savinio venne mandato a Salonicco, sul fronte macedone, come interprete. Dopo la fine della prima guerra mondiale fu trasferito a Milano e dal 1923 si stabilì a Roma, dove pubblicò testi teoretici e narrativi, soprattutto in riviste come La Ronda. Nel 1924 Alberto Savino fu tra i fondatori del Teatro dell'Arte, diretto da Luigi Pirandello.
Due anni dopo sposò Maria Morino, da cui ebbe la figlia Angelica (1928) ed il figlio Ruggero (1934). Nell'anno del matrimonio si trasferì con la moglie a Parigi, dove si dedicò alla pittura.
Nel 1933 Alberto Savinio pubblicò nel numero 5 della rivista Le Surréalisme au service de la révolution il testo Achille énamouré mêlé à l'Evergète. La traduzione italiana di questo testo fu pubblicata nel 1938 a Firenze sotto il titolo Achille innamorato nell'omonima antologia. Nel 1933 Alberto Savino tornò definitivamente in Italia e, dal 1934, collaborò a La Stampa.
Dal 1934 si trasferì a Roma, dove trascorse il periodo bellico. Europeista convinto della prima ora, alla fine del conflitto collaborò con il Corriere della sera e il Corriere d'informazione, lavorò anche come drammaturgo e regista, scrivendo egli stesso opere e drammi per il teatro.

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