sabato 4 ottobre 2008

Lennie Tristano

a cura DI D. PICCHIOTTI

Il pianista italo-americano Lennie Tristano, oggi è leggenda, soprattutto per le sue apparizioni che erano del tutto occasionali anche quando godeva di buona salute. L'assenza dal mondo del jazz come protesta e dissappunto per la recente produzione in nome di quella dei grandi musicisti di un tempo quali: Charlie Parker, Lester Young, Earl Hines, Roy Eldridge, Charlie Chistian.
Tramontata l'era dei boppers Lennie Tristano divenne, alla fine degli anni '40, uno dei maggiori esponenti del Cool jazz, etichetta da lui stesso contestata.
Leonard Joseph Tristano (Chicago, 19 marzo 1919 – New York, 18 novembre 1978) era arrivato in America da Aversa, (provincia di Caserta) ed era il secondo tra quattro fratelli, il più sfortunato: l'influenza spagnola lo aveva reso cieco alla tenera età di nove anni. Fu mandato, dopo varie bocciature, ad una scuola per ciechi nell'Illinois dove emerse sui compagni per la particolare inclinazione per la matematica e la musica. Cominciò lo studio del pianoforte, del sassofono, del clarinetto e violoncello diventando direttore delle orchestrine studentesche.
Iscritto al Conservatorio di Chicago, consegue il Bachelor of music in soli due anni sui quattro necessari; obbligato dal regolamento del conservatorio a studiare per almeno tre anni, si diploma anche in pianoforte e composizione. In seguito, nel 1941, lascia il conservatorio senza diploma ufficiale non essendo in grado di pagare i 500 dollari necessari. Cominciò a racimolare i primi quattrini suonando nei night club e nelle feste private escluso dai locali jazz perché i proprietari ancora non avevano la minima comprensione delle concezioni musicali che gli giravano per la testa fino a che Lee Konitz, dopo averlo ascoltato, si convertì ai suoi ideali jazzistici. L'interesse per il jazz lo portò a trasferirsi a New York, nella 52a strada, dove grazie alla sua ottima padronanza dell'armonia raggiunse subito una buona reputazione come pianista. Il suo trio con il chitarrista Billy Bauer e il contrabbassista Arnold Fishkin mostrò a tutti la sua originalità concettuale fondata su lunghe linee melodiche, intervalli inconsueti e sequenze di accordi suonati da entrambe le mani.
Tristano si presentò come musicista oltre che come un ottimo pianista riuscendo ad imitare con “scandalosa efficienza”, come dirà successivamente, la sontuosa tecnica di Art Tatum e registrando, nel maggio del 1949, in sestetto con i sassofonisti Lee Konitz e Warne Marsh alcune delle sue cose più belle: Wow, Crosscurrent, Sax of a kind, Marionette, Intuition, Digression, fino a Yesterdays. Due brani completamente improvvisati senza alcuna melodia, armonia o ritmo predefinito, Intuition e Digression sono spesso citati tra i primi esempi di free jazz e di improvvisazione libera. Il disco Lennie Tristano del 1955 contiene una delle migliori improvvisazioni del jazz: Requiem. La storia vuole che, mentre si trovava in sala d'incisione, gli venisse annunciata la morte di Charlie Parker e che questo sia stato l'omaggio al grande jazzista. Un'altra caratteristica in questo Lp è il brano Turkish Mambo dove, forse per la prima volta nel jazz, viene utilizzata la registazione su più tracce rimixate in fase finale. Tristano lo ha sempre negato ma, ascoltando il pezzo, appare evidente che due mani, a suonarlo, non bastano.
Tra i dischi registrati da Tristano, il più importante è forse The New Tristano pubblicato dalla Atlantic Records nel 1962 e considerato come una delle migliori incisioni per piano solo nella storia del jazz.
Dalla metà degli anni '50 Tristano si concentra sulla formazione diventando probabilmente il primo a insegnare jazz in maniera strutturata.
Le composizioni di Tristano caratterizzate da strutture inconsuete, compreso l'utilizzo del contrappunto, una tecnica piuttosto rara nel jazz.
Tra i musicisti ispirati da Tristano si annoverano Lee Konitz, Charles Mingus, Connie Crothers, Sal Mosca, Herbie Hancock e Bill Evans.
Il 18 novembre 1988, esattamente a dieci anni dalla sua morte, la città di Aversa, ad iniziativa del jazz club a lui intitolato e che ha sede, appunto, nella città di origine della sua famiglia, gli ha intitolato una strada, la prima in Italia dedicata ad un jazzista.

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