domenica 15 giugno 2008

DONNE NELL'ARTE "LE PITTRICI"

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Precedentemente al XV secolo le opere d'arte autografe erano poche e non si avevano informazioni sui loro artisti. Al contrario, a partire dal Rinascimento, le identità degli autori e le loro storie incominciarono a essere preservate. A fornirci le prime annotazioni artistiche in modo dettagliato della pittura femminile furono alcuni saggisti, tra cui Giorgio Vasari e il Malvasia. La città nella quale nacquero le prime affermazioni fu Bologna. Caterina de Vigri, (1413-1463) fu educata presso la Corte di Ferrara, nota per essere uno dei centri di diffusione del pensiero umanista. Nel 1427 alla morte del padre decide di entrare in convento. Oltre a dimostrare le sue capacità in pittura si distinse nella prosa in latino. Ben poco si conosce della sua produzione, nella cui figura si sovrappongono due modelli femminili: quello medievale della badessa colta che si prodiga saggiamente per la diffusione della cultura nel proprio monastero e quello della perfetta dama di corte rinascimentale che ama occuparsi di arte, letteratura e musica. Nativa di Bologna è anche Properzia De Rossi, (1490-1530) scultrice di grande successo, che avrà l'onore di poter lavorare nel cantiere del Duomo di San Petronio ma che sarà ricordata soprattutto per la sua abilità nell'intagliare scene complesse su noccioli di ciliegia. Properzia fu l'unica donna scultrice durante il periodo Rinascimentale che si cimentò anche nei disegni e nelle incisioni. La sue opere più importanti, due pannelli in marmo a rilievo con scene testamentarie, si trovano nella Basilica di S.Petronio. Bologna da i natali anche ad un'altra artista, Lavinia Fontana.(24 agosto 1552-11 agosto 1614) Figlia di Prospero, intraprese la carriera nelle chiese locali di San Giacomo e di San Michele in Bosco. Segnata dal gusto del suo tempo, dominato dal Manierismo, ('Venere e Amore', 1592, Rouen, Musée des Beaux Arts) si specializzò nel ritratto singolo e di gruppo. Allo stile di derivazione paterna, con influenze sia bolognesi sia dell'Italia centrale, Lavinia sovrappose interessi naturalistici e finitezze di esecuzione di provenienza sia fiamminga sia cremonese. Del 1584 è 'L'Assunta con due santi', (Imola, Palazzo Comunale) che è la sua più antica opera sacra di destinazione pubblica, genere in cui acquisirà una notevole fama, testimoniata dalla commissione del 1600 della 'Visione di S.Giacinto' per la basilica di Santa Sabina a Roma, dove lavorò nell'ultimo ventennio della sua vita. Coetanea di Lavinia è la ravennate Barbara Longhi, figlia del pittore Luca. Barbara è lodata in particolare dal Vasari: 'Nè tacerò che disegna molto bene e che ha cominciato a colorare alcune cose con assai buona grazia e maniera'. Molto interessanti sono i suoi due autoritratti nella veste di Santa Caterina d'Alessandria, nei quali Barbara s'identifica con la figura della santa, aristocratica e colta per eccellenza, proponendosi come nuovo modello di donna educata secondo i dettami di Baldassarre Castiglione. Elisabetta Sirani, (Bologna 1638-1665), è figlia del pittore Giovanni Andrea Sirani, da cui assimila le tecniche pittoriche che a sua volta insegnerà alle sue giovani apprendiste. All'età di 17 anni, già professionista nella pittura e nell'incisione, apre il suo studio ed inizia una lunga carriera in cui realizza, assieme alle sue allieve, più di duecento dipinti e numerose altre opere. Apprezzata nelle Corti Reali europee che acquistavano i suoi quadri venne descritta dal biografo suo contemporaneo Carlo Cesare Malvasia come 'la gloria del genere femminile, la gemma d'Italia, il sole d'Europa'. Pupilla di Guido Reni, amico del padre, muore a soli 27 anni di ulcera perforante, per essere sepolta insieme al maestro Guido nella Cappella del Rosario nella chiesa di San Domenico a Bologna. Le prime e più ricche testimonianze sulla breve vita di Elisabetta si devono proprio al Malvasia, giurista, teologo, scrittore d'arte, celebre per la sua voluminosa 'Felsina pittrice. Vite de' pittori bolognesi' (1678), la fonte più ricca per lo studio dei Carracci e più in generale della scuola bolognese. L'abbondante produzione della Sirani, a partire dalle prime opere eseguite per il contado bolognese e modenese, traduce la lezione paterna, fedele divulgatore della maniera chiara di Guido Reni, nei modi di una personale sensibilità alla materia pittorica. A partire dal 1600 circa, la pittrice va specializzandosi nella produzione di quadri religiosi e ritratti adatti alla decorazione privata. L'ultima fase della sua produzione rivela l'avvio di un'evoluzione, con un nuovo accentuato interesse luministico, forse per influsso della scuola romana portata a Bologna dal Cignani. A Cremona operano invece le sorelle Sofonisba, Lucia, Lavinia ed Europa Anguissola. Sofonisba (Cremona 1531 o 1532 - Palermo 1625) ebbe grande fama di ritrattista nelle terre di dominio spagnolo, dove rimase dal 1559 fino al 1580. Il naturalismo di alcuni temi, come il disegno del 'Bambino punto da un granchio' (Napoli, Capodimonte) è stato messo in rapporto con la cultura del giovane Caravaggio. In Toscana si afferma invece Plautilla Nelli (Firenze 1523-1588). Figlia del pittore Luca Nelli entrò nel convento di Santa Caterina da Siena, come consuetudine per l'epoca, all'età di 14 anni, e qui realizzò le sue opere pittoriche, tra cui l'affresco 'L'ultima cena'. Il suo stile, solenne e quiete, fu di riferimento per le generazioni successive. Alla fine del Cinquecento emerge Fede Galizia, (Milano o Trento 1578-1630) la quale compì il suo primo apprendistato nella bottega del padre, il pittore e miniaturista Nunzio Galizia. La sua prima attività è difatti costituita da ritratti e copie, come nel 'Ritratto di Paolo Moriglia'. (Pinacoteca Ambrosiana di Milano). Il carattere lombardo che traspare nel ritratto citato, nell'ambito di Lorenzo Lotto e del Moroni e dalla cultura cremonese, riemerge nella produzione di alzate con frutta e fiori, che mescolano la minuzia fiamminga alle nitide volumetrie di tradizione italiana. In ambito cremonese si sviluppa l'attività artistica di Margherita Caffi, (Cremona 1650-Milano 1710) che avrà tra i propri committenti le principali casate italiane. Margherita contribuì all'affermazione di un nuovo genere: le ghirlande di fiori, in mezzo alla quale inserisce volti, animali, fontane o vasi. Altre donne si dedicheranno alla natura morta, tra le quali la veneta Elisabetta Marchioni, spesso confusa con la stessa Caffi e conosciuta per composizioni floreali in vasi di coccio o metallo collocati davanti a scorci di paesaggio. Nel Seicento si distingue nel genere della natura morta anche una pittrice di Ascoli Piceno, Giovanna Garzoni.(1600-1670) Apprezzata da importanti committenti, tra i quali Cassiano del Pozzo e Anna Colonna Barberini, la Garzoni è particolarmente abile nel ritrarre raffinate e dettagliatissime composizioni di frutta e di fiori dipinti a guazzo su pergamena. Alla sua morte, sopraggiunta nel 1670, lasciò la propria eredità all'Accademia di San Luca, della quale aveva fatto parte. Vicino allo stile analitico di Giovanna è l'opera di Maria Sybilla Merian, (Frankfurt am Main 2 aprile 1647-1717) che si distinse per un accentuato spirito scientifico. La madre sposerà in seconde nozze Jacob Marrell, pittore fiammingo specializzato in composizioni floreali che avrà un ruolo importante nella formazione della ragazza. Più che un'artista la Merian è una studiosa di botanica e zoologia, inserita negli ambienti scientifici di Amsterdam e impegnata nella stesura di opere monumentali sulla base dei materiali raccolti durante il viaggio compiuto in Suriname. Tra le prime donne che invece scelsero di dedicarsi ai generi universali della pittura vi è la veneziana Giulia Lama. Amica del Piazzetta e degli artisti del suo entourage, dai quali apprende l'arte della pittura, realizzò diverse pale d'altare per le chiese veneziane ('Cristo crocifisso adorato dagli apostoli', San Vidal, 'Vergine in Gloria con due santi', Santa Maria della Formosa) e numerosi altri quadri di grande formato. Un'altra artista di Venezia è Rosalba Carriera,(1675-1757) esponente assieme a Sebastiano Ricci e a Giovanni Antonio Pellegrini della corrente chiarista veneziana. Rosalba si dedica alla produzioni di piccole miniature, spesso su avorio, una delle quali, 'La fanciulla con colomba' del 1705, le serve per l'ammissione all'Accademia di San Luca. In breve tempo si farà conoscere in tutta Europa per i suoi raffinati ritratti, trattati con un tocco leggero e con tonalità delicate, che conferiscono ai modelli grazia ed eleganza. Ebbe commissioni da Massimiliano II di Baviera, (1704), da Federico IV di Danimarca (1709), dall'Elettore di Sassonia. (1717) Nel 1720 ottiene due importanti riconoscimenti: il 14 gennaio è accolta tra i membri dell'Accademia di Bologna mentre il 20 ottobre entra a far parte dell'Académie Royale de Peinture et Sculture di Parigi. Nel 1723 fu alla Corte degli Estensi a Modena, nel 1730 a Vienna, dove fu incaricata di insegnare pittura all'imperatrice. Stabilitasi in seguito definitivamente a Venezia lavorò intensamente per alcuni anni. Nel 1739 fu visitata dal Principe Elettore di Sassonia che per il padre Augusto II ottenne da lei ben quaranta pastelli, oggi in parte nella Pinacoteca di Dresda. La ritrattistica di Rosalba, apparentemente piacevole e compiacente, possiede in realtà una penetrante sensibilità interpretativa dei singoli personaggi: 'così la pittrice veneziana seppe esprimere con forza inimitabile la svaporata delicatezza dell'epoca'.(Longhi) A Roma si sviluppa l'opera di Artemisia Gentileschi (8 luglio 1593-1652). Figlia più grande del pittore caravaggista Orazio Gentileschi, a differenza delle sorelle seguì le orme del padre. Morta la madre a 12 anni continuò a dipingere, non limitandosi alle nature morte e ai ritratti. Nel 1610 finisce 'Susanna e i Vecchioni'. Nel 1611 il padre la affida al pittore Agostino Tassi per insegnarle la prospettiva. Ma Tassi approfittò della ragazza. Denunciato, l'uomo scontò otto mesi di prigione. Un mese più tardi Artemisia si sposerà e si trasferirà a Firenze. Qui nel 1616 entra nell'Accademia del Disegno. Nel 1621 torna a Roma, viaggia spesso a Genova e Venezia, dove aiuta il padre, dipinge per le chiese di Napoli, e nel 1638 lavora insieme al genitore in Inghilterra alla corte di Charles I°. Biografia completa. A Roma nasce anche Plautilla Bricci. (13 agosto 1616-1690) Figlia del pittore Giovanni e sorella di Basilio, fu la prima donna a studiare e ad occuparsi di architettura. Le due committenze romane che risultano documentate furono Villa Benedetti, distrutta nel 1849, e la cappella di San Luigi nella chiesa di San Luigi de Francesi a Roma, sormontata da un suo dipinto, commissionate entrambe da Elpidio Benedetti
'Arte al femminile. Donne artiste dal Rinascimento al XXI Secolo'. A cura di Simona Bartolena. Electa Mondadori 2003

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