lunedì 18 agosto 2008

TESTIMONIANZE DI GRANDI PERSONAGGI SULLA REINCARNAZIONE

a cura DI D. PICCHIOTTI

Esiste una quantità straordinaria di testimonianze di grandi personaggi
d'ogni tempo e
nazionalità che hanno espresso il loro pensiero sulla reincarnazione. Ci
limitiamo ai più importanti.
OVIDIO, poeta latino (43 a. C.-17 d. C )
«... La cosiddetta morte è solo il rivestirsi di una cosa vecchia in nuova
forma e abito... È
lo spirito disincarnato vola qua e là... gettato da una dimora all'altra.
L'anima è sempre la
stessa, solo la forma è perduta».
VIRGILIO, poeta latino (70-19 a.C)
«Tutte queste anime, trascorsi mille anni, un Dio le chiama in folta schiera
sulle acque del
Lete... Così che, smemorate della trascorsa vita, tornino a visitare i regni
della Terra, sotto
la volta del cielo, desiderose di avere un corpo vivente».
CICERONE, scrittore, oratore e politico romano (106 43 a. C)
«Altra possente prova che gli uomini conoscono molte cose prima della
nascita è la loro
capacità, nella tenera infanzia, di afferrare fatti innumerevoli con una
rapidità che dimostra
come essi non ricevano questi fatti dentro di loro per la prima volta, ma li
ricordino e li
richiamino alla mente».
EMPEDOCLE, filosofo e statista greco (circa 490-430 a. C.)
«Io una volta fui ragazzo e ragazza, cespuglio e uccello, e muto pesce nelle
onde. La Natura
cambia tutte le cose, avvolgendo le anime in strane tuniche di carne. Le più
degne dimore per
le anime degli uomini».
PLATONE, filosofo greco (427-347 a.C)
«O giovane... sappi che se divieni peggiore andrai in un'anima peggiore, e
in un'anima migliore
se migliorerai, e in ogni successione di vita e di morte farai e soffrirai
ciò che il simile ha
del simile. Questa è la giustizia celeste...».
PITAGORA, filosofo greco (571-497 a. C)
«Il ritorno e il karma sono necessari per lo sviluppo dell'anima».
PLOTINO, filosofo neoplatonico (205-270 d. C.)
«Quando avviene l'uccisione di un personaggio in un dramma, l'attore cambia
il suo trucco ed
entra in una nuova parte. Naturalmente l'attore non è stato veramente
ucciso; ma, se morire è
solo cambiare corpo come l'attore cambia costume, o anche uscire dal corpo
come l'attore esce
dalla scena quando non ha più nulla da dire o da fare, cosa c'è di tanto
pauroso in questa
trasformazione degli esseri viventi l'uno nell'altro? Le uccisioni, la
morte... tutto deve
apparirci come lo spettacolo del cambiamento delle scene a teatro... [Sul
palcoscenico] ogni
uomo ha il suo posto, un posto che si conviene al giusto come al malvagio:
...là parla
e agisce, nella bestemmia e nel delitto come in ogni forma di bontà; perché
gli attori
portano in questa commedia quello che erano prima che la commedia fosse
messa in scena...».
JALALU'L-DIN RUM, poeta mistico persiano (1207-1273)
«Morii come minerale e divenni una pianta; morii come pianta e divenni
animale; morii come
animale e fui uomo. Perché dovrei temere? Quando diminuii morendo? E
tuttavia, ancora una volta
morirò come uomo per elevarmi con gli angeli benedetti; ma anche lo stato di
angelo
supererò...».
PARACELSO, medico e alchimista svizzero (1493-1541)
«...Ogni essere umano ha le sue proprie tendenze: queste tendenze
appartengono al suo spirito e
indicano il suo stato in cui esisteva prima di nascere... Distrutto questo
corpo, se ne crea un
altro con proprietà simili o superiori».
GIORDANO BRUNO, filosofo, poeta e commediografo italiano (1548-1600)
«Io ho ritenuto e ritengo che le anime siano immortali... I Cattolici
insegnano che non passano
da un corpo in un altro, ma vanno in Paradiso, nel Purgatorio o
nell'Inferno. Ma io ho
ragionato profondamente e, parlando da filosofo, poiché l'anima non si trova
senza corpo e
tuttavia non è corpo, può essere in un corpo o in un altro, o passare da un
corpo all'altro.
Questo, se anche può non esser vero, è almeno verosimile, secondo l'opinione
di Pitagora...».
VOLTAIRE, filosofo e scrittore francese (1694-1778)
«La dottrina della metempsicosi non è, soprattutto, né assurda né inutile...
Non è più
sorprendente essere nati due volte che una sola; tutto in natura è
risurrezione».
BENJAMIN FRANKLIN, statista, scienziato e filosofo americano (1706-1790)
«Quando vedo che niente si annulla e nemmeno una goccia d'acqua va
distrutta, non posso
sospettare l'annichilamento delle anime, né credere che Dio voglia
sopportare la distruzione
giornaliera di menti già fatte, che adesso esistono, e darsi la continua
pena di farne delle
nuove. Così, trovandomi a esistere nel mondo, credo che, in una forma o
nell'altra, esisterò
sempre... Non faccio obiezioni a una nuova edizione di me stesso, sperando
tuttavia che gli
errata dell'ultima edizione possano essere corretti».
GOTTHOLD EPHRAIM LESSING, scrittore e filosofo tedesco (1729-1781)
«...Perché non dovrei tornare su questa terra tutte le volte che sia in
grado di acquistare
nuova conoscenza e nuovo potere? Raggiungo forse, in un solo soggiorno,
tante cose da rendere
inutile il mio ritorno? No certo!... O forse perderei troppo tempo? Perdere
tempo! Che bisogno
ho di affrettarmi? Non possiedo forse tutta l'eternità?».
JEAN PAUL RICHTER, scrittore tedesco (1763-1825)
«Perché non accettare questa teoria [della reincarnazione] e godere
pienamente una luce che un
Platone, un Pitagora e intere nazioni ed epoche non hanno disdegnato?...
L'anima torni pure
quante volte desidera. Certo, la Terra è abbastanza ricca per concederle
nuovi doni, nuovi
secoli, nuove regioni, nuove menti, nuove scoperte e speranze».
GEORGE W.F.HEGEL, filosofo tedesco (1770-1831)
«Lo spirito, consumando l'involucro della sua esistenza, non passa
semplicemente entro un altro
involucro, né risorge ringiovanito dalle ceneri della sua precedente forma;
ne esce esaltato,
glorificato, come spirito più puro... La vita dello spirito sempre presente
è
un circolo di progressive incarnazioni che, viste sotto un altro aspetto,
appaiono passate».

FRIEDRICH VON SCHLEGEL, filosofo tedesco (1772-1829)

«...L'uomo, quale è adesso, è troppo imperfetto, troppo materiale per
pretendere quel più alto
tipo di immortalità. Egli deve ancora entrare in forme e sviluppi terreni,
sebbene più
raffinati e trasfigurati, prima di poter direttamente partecipare alla
gloria eterna del divino
mondo della luce... L'idea della metempsicosi, accolta dal misticismo, è
notevole in se stessa
per la sua antichità... Essa non permette che l'anima passi alla piena
libertà prima di essersi
incarnata in molti corpi».
CHARLES FOURIER, filosofo ed economista francese (1772-1837)
«... Nei periodi in cui è libera dal corpo umano, l'anima rivive
immediatamente nella grande
anima del mondo, di cui è parte integrante, e disdegna la vita presente,
come al momento del
risveglio noi cerchiamo di dimenticare o di ricordare un sogno a seconda che
sia stato
piacevole o spiacevole... Dopo un periodo trascorso nella grande anima, le
anime vanno a
dormire e rinascono sulla Terra in un nuovo corpo... Alcuni individui
eccezionali... ricordano
la loro passata esistenza».

HONORÉ DE BALZAC, romanziere francese (1799-1850)

«Un'intera vita è necessaria per ottenere le virtù che annullino gli errori
della vita
precedente. Le virtù che acquistiamo, sviluppandosi lentamente entro di noi,
sono gli
invisibili legami che collegano ogni nostra esistenza alle altre: esistenze
che solo lo spirito
ricorda, perché la materia non ha memoria per le cose spirituali».
ALBERT SCHWEITZER, fisico, ecclesiastico, musicista tedesco (1875-1965)
«L'idea della reincarnazione contiene una molto confortante spiegazione
della realtà per mezzo
della quale il pensiero indiano sormonta difficoltà che sfidano i pensatori
europei».
CARL GUSTAV JUNG, psichiatra svizzero (1875-1961)
«La rinascita, nelle sue varie forme di reincarnazione, resurrezione e
trasformazione, è
un'affermazione che deve essere contata tra le prime affermazioni
dell'uomo».

CAMILLE FLAMMARION, astronomo francese (1842-1925)

«Se l'anima sopravvive all'organismo fisico, essa esisteva prima di questo
organismo; dietro di
noi c'è la stessa eternità che si stende dinanzi a noi... Ognuno di noi
entra in questo mondo
con attitudini particolari, la cui origine non si trova nell'ereditarietà».
JOHANN WOLFGANG GOETHE, scrittore tedesco (1749 1832)
«Sono certo che, come mi vedete, ho già vissuto cento volte, e spero anche
di tornare ancora
cento volte».
ARTHUR SCHOPENHAUER, filosofo tedesco (1788-1860)
«Se un asiatico mi domandasse la definizione dell'Europa, sarei obbligato a
rispondere: è
quella parte del mondo infestata dall'incredibile illusione che l'uomo sia
stato creato dal
nulla e che la sua nascita sia la sua prima venuta nella vita».
«Le qualità innate che troviamo in un uomo e mancano in un altro non sono il
grazioso regalo di
qualche divinità sconosciuta, ma il frutto delle azioni personali di ogni
uomo in un'altra
vita».
IMMANUEL KANT, filosofo tedesco (1724-1804)
«Se potessimo scorgere noi stessi e gli altri oggetti quali essi sono in
realtà, ci vedremmo in
un mondo di nature spirituali: la comunità alla quale apparteniamo, che non
ha avuto inizio con
la nostra nascita, né avrà fine con la morte del nostro corpo».
Federico IL GRANDE, re di Prussia (1712-1786)
«So che, dopo la mia morte, la parte più nobile di me non cesserà di vivere.
Anche se nella mia
vita futura non sarò re, tanto meglio: sopporterò minore ingratitudine».
Elisabetta D'AUSTRIA, imperatrice (1837-1898)
«Dante e gli altri grandi sono anime che, da un'epoca lontanissima, sono
ritornate nuovamente
sulla Terra per continuare l'opera e anticipare il perfezionamento di coloro
che devono
venire...».

ALBERT EINSTEIN, fisico d'origine tedesca (1879-1955)
«Il Buddhismo è l'insieme sistematico di idee che meglio si adatta all'uomo
d'oggi, l'unica via
per la conoscenza e l'autoconoscenza individuale».
Giuseppe MAZZINI, uomo politico italiano (1805-1872)
«Voi credete che l'anima possa passare d'un balzo dall'umana esistenza alla
somma beatitudine o
andar d'un balzo sommersa nell'assoluta irrevocabile perdizione: noi
crediamo il periodo umano
troppo lontano dal sommo ideale, troppo guasto d'imperfezione, perché la
virtù della quale
siamo capaci quaggiù possa d'un tratto meritare di raggiungere il vertice
della scala che guida
a Dio. Noi crediamo in una serie indefinita di reincarnazioni dell'anima, di
vita in vita, di
mondo in mondo, ciascuna delle quali rappresenta un miglioramento
nell'interiore».
MAURICE MAETERLINCK, scrittore belga (1862-1949)
«Non vi fu mai più bella, più giusta, più pura, più morale, più feconda e
consolante e, in
certa misura, più probabile fede di quella della reincarnazione. Essa sola,
con la sua teoria
delle espiazioni e delle purificazioni successive, riesce a spiegare tutte
le diseguaglianze
fisiche e intellettuali, tutte le iniquità sociali, tutte le ripugnanti
ingiustizie del fato».
MOHANDAS K. GANDHI, uomo politico indiano (1869-1948)

«Non posso pensare a una inimicizia permanente fra l'uomo e
l'uomo e, credendo, come credo, nella teoria della rinascita, vivo
nella speranza che, se non in questa nascita, in qualche altra potrò
stringere tutta l'umanità in un amichevole abbraccio».

GEORGE SAND, scrittrice francese (1803-1876)

«Siamo gettati in questa vita come in un alambicco, dove, dopo una
precedente esistenza che
abbiamo dimenticato, siamo destinati a essere rifatti, rinnovati, temprati
dalle sofferenze,
dalle lotte, dalla passione, dalla malattia, dal dubbio, dalla morte. Noi
sopportiamo tutti
questi mali per il nostro bene, per la nostra purificazione e, per così
dire, per renderci
perfetti».
RALPH WALDO EMERSON, filosofo, saggista e poeta americano (1803-1882)
«L'anima è un'emanazione della Divinità, una parte dell'anima del mondo, un
raggio della
sorgente di luce. Viene dall'esterno nel corpo umano, come in una dimora
temporanea, ed esce
nuovamente da esso; vaga nelle regioni eteree, torna a visitarlo... passa in
altre dimore,
perché l'anima è immortale».
WALT WHITMAN, poeta americano (1819-1892)
«...E calcolando la vostra vita, siete il residuo di molte morti; certo, io
stesso sono morto
già diecimila volte...».
«E guarderò ancora fra una o due ventine di secoli, e incontrerò il vero
padrone di casa
perfetto e illeso in ogni sua parte come me stesso...».
EDGAR ALLAN POE, scrittore americano (1809-1849)
«È ozioso dire che non sono vissuto in precedenza, che l'anima non ha avuto
un'esistenza
anteriore... Lo negate? Non discutiamo l'argomento. Convinto io stesso, non
cerco di
convincere».
ROBERT BROWNING, poeta inglese (1812-1889)
«Mai, negli anni che mi restano, dipingerò o scolpirò. Questa mia vita mi
concede solo i
versi... Altre altezze raggiungerò in altre vite, se Dio vorrà».
RICHARD WAGNER, compositore tedesco (1813-1883)
«In confronto con la reincarnazione e il karma, tutte le altre concezioni
appaiono frivole e
anguste».
LEV TOLSTOJ, scrittore russo (1828-1910)
«Le opere della vita precedente danno un orientamento alla vita attuale;
questo è ciò che gli
Indù chiamano karma».
«I sogni della nostra esistenza presente sono l'ambiente in cui elaboriamo
le impressioni, i
pensieri, i sentimenti di una vita precedente...».
LOUISE MAYALCOTT, scrittrice americana (1832-1888)
«Penso che l'immortalità sia il passaggio dell'anima attraverso molte
esperienze di vita, e ciò
che è stato schiettamente vissuto, usato e imparato, aiuti la vita
successiva
divenendo più ricco, felice e alto».
PAUL GAUGUIN, pittore francese (1848-1903)
«L'anima, dimorando temporaneamente in un particolare organismo, vi sviluppa
le sue qualità
animali... e quando questo organismo finisce, l'anima, sopravvivendo,
diviene un germe
qualificato a salire di metamorfosi in metamorfosi verso una vita
generale... salendo di
gradino in gradino... come nella parabola della scala di Giacobbe, che
saliva dalla terra al
cielo... [Alla fine] tutti gli uomini diverranno dei Buddha».
ARTHUR CONAN DOYLE, romanziere inglese (1859-1930)
«Quando ci si pone la domanda "dove eravamo prima di essere nati?", abbiamo
una risposta
precisa nel sistema del lento sviluppo per incarnazione, con lunghi
intervalli di riposo dello
spirito fra l'una e l'altra incarnazione...».
GUSTAV MAHLER, compositore tedesco (1860-1911)
«Tutti noi torniamo: questa certezza dà un significato alla vita e non ha
alcuna importanza il
fatto che in una incarnazione successiva si ricordi o non si ricordi la vita
precedente. Quello
che conta non è l'individuo e il suo benessere, ma la grande aspirazione al
perfetto e al puro
che avanza in ogni incarnazione».
HENRY FORD, industriale americano (1863-1947)
«Ho adottato la teoria della reincarnazione quando avevo ventisei anni. Fu
come se avessi
scoperto il piano dell'universo... Non ero più schiavo delle lancette
dell'orologio. Il genio è
esperienza. Alcuni sembrano pensare che sia un dono o un talento, ma è il
frutto di una lunga
esperienza di molte vite».
RUDYARD KIPLING, scrittore inglese (1865-1936)
«Quando considero le mie incarnazioni, in ogni razza ed età, faccio le mie
genuflessioni agli
dei...».
HERMANN HESSE, scrittore tedesco (1877-1962)
«Sono già morto di tutte le morti, e devo ancora morire di tutte le morti...
Ancora molte volte
mi cercherete dalla morte alla nascita nella penosa via delle creazioni,
sulla gloriosa via
delle creazioni».
ALDOUS HUXLEY, scrittore e saggista inglese (1894-1963)
«La teoria della reincarnazione ha le sue radici nel mondo della realtà,
come l'evoluzione, e
non potrà essere respinta che da pensatori avventati».
KAHLIL GIBRAN, poeta libanese (1883-1931)
«Brevi sono stati i miei giorni fra voi... ma, per quanto la morte possa
nascondermi, ...io
tornerò con la marea... Sappiate dunque che tornerò dal grande silenzio...
Non dimenticate che
sarò ancora tra voi... Una breve interruzione, un momento di riposo sul
vento e un'altra donna
mi porterà».
THOMAS EDISON, inventore americano (1847-1931)
«L'unica sopravvivenza che posso concepire è di ricominciare un altro ciclo
sulla Terra».
«Non dubito nemmeno per un istante che una vita produca un'altra vita».
ÉDOUARD SCHURÉ, poeta e letterato francese (1841-1929)
«La dottrina della reincarnazione dà una ragion d'essere, secondo la
giustizia e la logica
eterna, ai mali spaventosi come alle felicità più desiderate. L'idiota ci
sembrerà spiegabile,
se pensiamo che la sua imbecillità, di cui ha semi-coscienza e di cui
soffre, è
la punizione d'un suo uso criminoso dell'intelligenza in altra vita».
SOMERSET MAUGHAM, scrittore inglese (1874-1965)
«Ho trovato solo una spiegazione al problema del male che piacesse
egualmente alla mia
sensibilità e alla mia immaginazione: ed è la dottrina della trasmigrazione
delle anime».
DAVID HERBERT LAWRENCE, scrittore inglese (1885-1930)
«Ciò che è in cielo può tornare in terra».
HENRY MILLER, scrittore americano (1981-1980)
«Prima di conoscere la teoria della reincarnazione, ero solito biasimare la
mia famiglia, la
società, mia moglie... Ora so con chiarezza che non devo biasimare nessun
altro che me stesso.
Adesso sono libero, nessun altro è responsabile».
HERMANN OBERTH, ingegnere e fisico tedesco (1894-1989)
«L'anima si serve del corpo per fare le sue esperienze, e l'insegnamento
dura oltre la morte,
nell'aldilà, valutando i ricordi della vita vissuta, così che in una vita
successiva noi
possiamo imparare più facilmente e meglio quello che in precedenza sapevamo
in modo
imperfetto».
ARNOLD SCHONBERG, compositore austriaco (1874-1951)
«So di continuare un cammino spirituale iniziato in epoca remota: prima
della nascita di Gesù
ero predicatore in Palestina».
Nel nostro secolo
Ci limitiamo, anche in questo caso, a una selezione. Sarebbe lunghissimo
l'elenco dei
personaggi del nostro tempo che hanno testimoniato la loro credenza nella
dottrina delle
rinascite, spesso collegandosi al Buddhismo o all'Induismo.
EMILIO SERVADIO, psicoanalista (1904-1995)
«Al termine del nostro ciclo di esistenze ciascuno di noi è come un'onda che
entra nel mare. Io
credo in questa visione vedanta, secondo cui la scintilla divina che è in
noi è destinata a
entrare nel Tutto, nel Dio assoluto, l'Atma».
PETER SELLERS, attore inglese (1925-1980)
«So di aver vissuto molte altre vite. Nell'interpretare i personaggi dei
miei film, molto
spesso sento di ispirarmi a esperienze ed emozioni che mi tornano alla
memoria da altri tempi,
da mie precedenti incarnazioni».
FEDERICO FELLINI, regista (1920- 1993)
«So di aver avuto altre vite in passato. Nelle ultime sono stato un buffone,
sì, un clown, di
quelli che andavano nelle piazze a far ridere la gente. Come in questa vita
del resto...».
ERICH FROMM, Psicoanalista tedesco (1900 1980)
«Ho fatto la conoscenza del Buddhismo verso il 1926 e per me è stata una
delle più alte
esperienze. n mio interesse per il Buddhismo è sempre rimasto vivissimo,
anzi, è andato
aumentando grazie allo studio dello Zen».
Mia MARTINI, cantante (1947-1995)
«Molte mie paure, molti miei terrori li ho capiti e superati quando,
attraverso vie esoteriche,
ho scoperto d'aver vissuto una tragica esperienza di morte in una vita
precedente».
CARLO COCCIOLI, scrittore
«Credo nell'altissima dottrina del karma. Siamo le conseguenze, i figli
delle nostre azioni.
Causa-effetto. Azione, reazione. Tutto ciò presuppone, evidentemente, un
oceano di esistenze
anteriori a quella che viviamo ora. L'idea del karma attenua un poco il
supremo orrore dell'universo».
KARLHEINZ STOCKHAUSEN, compositore tedesco

«Sono sicuro di aver già vissuto qualche vita nel passato. In Giappone, in
India. Chissà quando
ho davvero scoperto l'arte del tè, dei fiori, del teatro No e Katakali».
GLENN FORD, attore americano
«Non chiedetemi come lo so, ma è così. Sono stato un cavaliere francese nel
Seicento e un
insegnante scozzese di pianoforte nel Settecento».
ALBERTO BEVILACQUA, scrittore e regista
«La nuova fisica spiega la periodicità del rifarsi delle vite. Afferma che
non esiste una sola
resurrezione finale dell'energia, ma molteplici. È una teoria che si chiama
tecnica delle
resurrezioni successive, che coincide con alcune delle intuizioni
fondamentali del Buddhismo e
le avvalorano. E spiegano anche la reincarnazione».
FRANZ BECKENBAUER, calciatore tedesco ex campione del mondo
«In una vita futura spero di rinascere donna. Sono stato prima una pianta,
poi un animale. Come
donna, avrò la grande gioia di partorire bambini».
ROBERTO BAGGIO, calciatore
«La fede buddhista e la preghiera mi hanno permesso di capire i miei difetti
e, di conseguenza,
mi hanno aiutato a combatterli... Ora riesco a tirar fuori il meglio di me:
forza, energia, concentrazione, entusiasmo, creatività. Adesso faccio tutto con 'valore'».
CATHERINE SPAAK, attrice francese
«La sensazione d'esser già vissuta a Roma l'ho avuta appena arrivai la prima
volta in questa
città: un clamoroso fenomeno di déjà-vu. I testi buddhisti sono da tempo una
delle mie letture
preferite. Mi sono sottoposta anche a degli esperimenti in leggero stato di
ipnosi per sapere
chi ero nella mia vita precedente. Ho rivissuto una situazione di morte, ma
non voglio
parlarne».
BERNARDO BERTOLUCCI, regista
«All'inizio degli anni Sessanta, Elsa Morante mi regalò una biografia del
poeta e santo
tibetano Milarepa. Il mio interesse al Buddhismo risale ad allora. Nel 1991,
l'incontro col
Dalai Lama mi folgorò. Ai miei occhi il Buddhismo è qualcosa di estremamente
importante, ed è
giusto diffondere il suo pensiero».
FAYE DUNAWAY, attrice americana
«La filosofia orientale mi ha sempre attratta. Poi ho scoperto che in una
mia vita precedente
sono vissuta in Oriente».
LEONARD COHEN, cantautore e scrittore canadese
«Il Buddhismo dà tutte le risposte. E tutte le indicazioni per non produrre
più karma
negativo».
RICHARD GERE, attore americano
«È stato determinante il mio incontro con il Dalai Lama e col Buddhismo. Ha
cambiato la miavita. Mi ha aiutato a liberarmi dei sensi di colpa che mi portavo dentro sin
dalla nascita.
Dentro ognuno di noi c'è un'enorme quantità di dolore. Nel Buddhismo non
esiste un inizio per
la sofferenza, ma esiste un modo per porvi fine. Ora io sono un uomo più
sereno e in pace col mondo».
LILIANA CAVANI, regista
«Il Buddhismo è come un cannocchiale che permette di avere una percezione
diversa della realtà
e di allargare le proprie conoscenze».
TINA TURNER, cantante americana
«Convertendomi al Buddhismo ho cominciato a conoscermi e a credere in me
stessa. Per via
medianica conosco una mia vita passata. Mi sono recata apposta in Egitto,
nella terra dei
Faraoni, sulle tracce di Hatshepsut, figlia di un faraone vissuto 1500 anni
prima di Cristo. Le
sue vicissitudini ricordano molto da vicino quelle che ho sopportato io in
questa vita».
MILVA, cantante
«Sono credente e credo anche nella reincarnazione. Sono sicura di aver avuto
altre vite».
GIORGIO ALBERTAZZI, attore
«So di avere avuto più vite. E potrei parlare a lungo di tutte le mie
esperienze in campo esoterico».
OLIVER STONE, regista americano
«Io sono sia cristiano sia buddhista. Il Buddhismo è una filosofia di vita,
assai più che una religione».
FRANCO BATTIATO, musicista
«Da anni studio le dottrine orientali. Nella mia opera Gilgamesh ho narrato
la storia del
sovrano assiro-babilonese che muore e poi si reincarna nella persona di un
sufi del periodo di Federico II».
«L'inconscio ci comunica coi segni i frammenti di verità sepolta: quando fui
donna o prete di
campagna o un mercenario o un padre di famiglia» (Dalla canzone "Il Café de la Paix").
SHIRLEY MACLAINE, attrice e scrittrice americana
«Tutti noi partecipiamo al nostro stesso dramma karmico, da una vita
all'altra. La vita,
infatti, non è altro che un lungo processo d'apprendimento; se solo
riuscissimo a considerarla
da questo punto di vista, riusciremmo ad assorbire con molta disinvoltura
quelle che ai nostri
occhi miopi potrebbero sembrare solo delle sofferenze, magari gratuite».
OMBRETTA COLLI, attrice ed eurodeputata
«Nella mia vita precedente sono vissuta in Egitto. Ho avuto l'esperienza del
dejà-vu anni fa,visitando per la prima volta l'Egitto e le piramidi: conoscevo tutto in
precedenza con esattezza matematica».
SUSANNA TAMARO, scrittrice
«Non a caso, nel mio romanzo 'Va dove ti porta il cuore' si parla di reincarnazione. Credo
fermamente in questa dottrina. Senza che nessuno me ne parlasse, fin dall'infanzia ho avuto la
netta sensazione d'essere già venuta su questa terra. Mi sentivo smarrita, mi chiedevo dove
fosse la casa dov'ero cresciuta. Dicevo che il mio nome non era Susanna;
se mi chiamavano, non rispondevo, mi facevo chiamare con un altro nome,
un nome straniero. Col passar degli anni, quella lontana sensazione infantile è diventata
lucida certezza. Ci ho riflettuto a lungo, ho letto libri, testimonianze.
Uno psicanalista indiano mi ha spiegato che questi ricordi affiorano nei bambini che nella
vita precedente sono
morti prima del tempo, di morte violenta. È un'ipotesi che ritengo
attendibile».
Inoltre:
Più in breve, altri personaggi importanti legati in vario modo al mondo
esoterico e alla
dottrina della reincarnazione:
FERDINANDO PESSOA, il noto scrittore portoghese, credeva nella successione
delle vite, ed era
appassionato studioso di Teosofia.
JACK KEROUAC e ALLEN GINSBERG, noti esponenti della beast generation,
scrissero libri sul Buddhismo e sulle credenze orientali.
CAT STEVENS, cantante e compositore pop inglese, si è convertito
all'Islamismo, assumendo il nome di Yusuf Islam, e ha musicato versi del Corano nell'album 'La vita
dell'ultimo profeta'.
ARTURO TOSCANINI e GEORGE SMITH PATTON, il primo grande direttore
d'orchestra, il secondo famoso generale, sono stati citati in una trasmissione radiofonica per il
loro vivo interesse verso la dottrina della reincarnazione.
CHARLES DICKENS e BORIS PASTERNAK, hanno espresso chiaramente nei loro più
famosi romanzi (David Copperfield e Il Dottor Zivago) il concetto di reincarnazione.
DAVID BOWIE, cantante-attore inglese, ha espresso anche in alcune sue
composizioni la sua adesione alle religioni orientali.
MICHELANGELO ANTONIONI, grande regista, è in stretto contatto col maestro
orientale Mayi Chid Vilasananda. E sua moglie, Enrica Fico, tiene corsi di meditazione
trascendentale.
CAROLYN CARLSON, danzatrice americana, da trent'anni studia il Sufismo e le
altre dottrine orientali.
Conclusione
«E se non fosse così?», può domandarsi qualcuno. Se la dottrina delle rinascite fosse soltanto un'ipotesi, una delle tante?
Domanda legittima. Ma proviamo a escludere questa ipotesi per ritornare al concetto dell'unica vita. Che succederebbe? Che senso avrebbe l'esistenza? Lo vediamo ogni giorno ascoltando le riflessioni di molti vegliardi che fanno il bilancio della loro vita, o leggendo le numerose inchieste sulla terza età. Nell'ottanta per cento dei casi, gente che al termine dei suoi giorni si sente tradita dalla vita: l'avvilimento della giovinezza perduta, delle forze che mancano, della mente offuscata, del corpo avvizzito, della solitudine, dell'emarginazione, dell'impotenza.Con la segreta paura della morte incombente, del nulla. Va un po' meglio per chi crede nell'aldilà e nell'incontro con Dio. Ma anche tra costoro, nella maggioranza dei casi, il bilancio è fallimentare. Provano la profonda amarezza dei loro errori, delle loro imperfezioni, della infinita distanza tra quanto hanno fatto e quanto avrebbero dovuto fare secondo coscienza. E anche loro temono l'incognita del giudizio divino: Paradiso? Purgatorio? Inferno?C'è poi una minoranza del dieci per cento che, dotata di grande talento creativo, si sente più forte di fronte alla morte: sa di lasciare una propria traccia nel mondo: capolavori in musica, pittura, letteratura, teatro,architettura. Oppure grandi imprese politiche, grandi scoperte scientifiche.Ma anche tra costoro non mancano quelli che, avendo usato l'arte o la mente solo per ingigantire se stessi,non si rassegnano all'idea che il sipario si chiuda sugli applausi (e temono pure loro,segretamente, le ipotesi più minacciose: il Nulla, il Purgatorio,l'Inferno).
Rimane la percentuale ancora minore di chi, dotato di grandi virtù e qualità morali, può dire in piena coscienza di averle utilizzate al meglio per il bene degli altri:lascia dietro di sé un prezioso patrimonio d'affetti, di insegnamenti, la realizzazione di opere umanitarie.Costoro non temono la morte, molti anzi le sorridono sapendo che li ricongiunge con il loro amato Signore Iddio, il Padre Celeste. Sono gli Iniziati. Possono chiamarsi San Francesco o Gandhi, Teresa di Calcutta o Sai Baba, oppure non avere nome, essere l'umile santa sconosciuta della porta accanto, non importa. Sono l'élite privilegiata. Eppure, anche tra loro c'è talvolta il privilegiato cattolico che, stupito dei doni gratuiti ricevuti da Dio fin dalla nascita, si domanda perché Iddio li abbia riservati a lui e non ad altri. E in qualche caso è proprio questa riflessione che gli fa scoprire la teoria equanime del karma.
Per tutti gli altri, ripetiamo, il bilancio della vita è disperante. È molto difficile per loro trovare una logica nel breve e unico soggiorno sulla Terra. Chi poi è stato perseguitato dalla sventura, da atroci sofferenze, o spinto dagli eventi verso il Male, finisce la sua vita col senso totale del vuoto. Sono i nichilisti, i negatori di un Dio ingiusto che possono approdare al suicidio o ricorrere alla droga come fuga dall'assurdo esistenziale.
Qualcuno obietterà: se costoro pensassero alla misericordia di Dio, al Purgatorio che può redimerli, sarebbero salvi. Può essere. Ma è quasi fatale che chi ha subito tante ingiurie dalla sorte rimanga un tenace bestemmiatore che non crede più in nulla e men che meno in un Purgatorio dove l'aiuto divino è accompagnato da secoli o millenni di severe
punizioni. «Non è con le punizioni (post-mortem, aggiungiamo noi) che si può correggere chi sbaglia», dicono illustri pedagoghi.
È molto più logico pensare che possiamo rimediare ai nostri errori se l'amoroso Padre Celeste ci offre la chance di tornare altre volte su questa terra, finché noi stessi, con azioni più meritorie, avremo rinnovato il nostro cuore. Come dice Sai Baba:

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