lunedì 25 agosto 2008

Dal kantismo all'idealismo

a cura DI D. PICCHIOTTI

Il Romanticismo filosofico si incarna nell'idealismo che crea una nuova metafisica dell'infinito. I filosofi idealisti criticano i dualismi dei critici, cercando di trovare un principio unico a base di una nuova filosofia. Il principale dualismo che intendono smantellare è la distinzione tra fenomeno e noumeno. La loro critica parte dall'inammissibilità del concetto di cosa in sé di Kant, secondo il quale questa è al tempo stesso esistente ma anche inconoscibile. La conclusione a cui pervengono è la seguente: ogni realtà di cui siamo consapevoli esiste come rappresentazione della coscienza, che funge da condizione indispensabile del conoscere. Ma se l'oggetto è concepibile solo in relazione al soggetto, come può esistere la cosa in sé? la cosa in sé è un concetto impossibile. Inoltre, aggiungono gli idealisti, Kant si sarebbe contraddetto affermando che la cosa in sé è causa delle nostre sensazioni, applicando il concetto di causa, proprio del fenomeno, al noumeno. IDEALISMO = in filosofia si parla di idealismo a proposito di quelle visioni del mondo che privilegiano la dimensione “ideale” su quella “materiale” e che affermano il carattere “spirituale” della realtà “vera”. Viene usata per alludere: alle varie forme di idealismo gnoseologico all'idealismo romantico o assoluto Per idealismo gnoseologico si intendono tutte quelle posizioni di pensiero che finiscono per ridurre l'oggetto della conoscenza a idea o rappresentazione. Nel secondo caso l'idealismo costituisce il nome di una grande corrente filosofica post-kantiana nata in Germania. L'idealismo viene contraddistinto da tre aggettivi: trascendentale: collegandolo col punto di vista kantiano, che aveva fatto del l'io penso il principio fondamentale della conoscenza soggettivo: contrapponendolo al principio di Spinoza, che aveva ridotto la realtà ad un principio unico, la Sostanza, ma la aveva intesa in termini di oggetto e di natura assoluto: sottolinea la tesi che l'Io o lo Spirito è il principio unico di tutto al di fuori del quale non c'è nulla. E' quest'ultima la chiave dell'idealismo romantico. In Kant l'Io era qualcosa di finito in quanto non creava la realtà, me si limitava ad ordinarla secondo forme a priori, per questo Kant utilizzava l'idea di cosa in sé per spiegare la recettività del conoscere e la presenza di un dato di fronte all'Io. Gli idealisti ritennero questa visione gnoseologicamente e criticamente inammissibile. L'idealismo nasce quando Fichte elimina la cosa in sé, ovvero la nozione estranea all'Io, che diventa un'entità creatrice ed infinita. Tutto è Spirito. Per Spirito intende la realtà umana, considerata come attività conoscitiva e pratica e come libertà creatrice. Da qui nascono due domande: in che senso lo Spirito (soggetto conoscente e agente) rappresenta la fonte creatrice di tutto ciò che esiste? Che cos'è per gli idealisti la Natura, o materia?

Nessun commento: