giovedì 24 luglio 2008

La metamorfosi (Kafka F.) Mi accorsi di essere un insetto

a cura DI D. PICCHIOTTI

“Destandosi un mattino da sogni inquieti, Gregor Samsa si trovò tramutato, nel suo letto, in un enorme insetto.” […]
Chi non conosce l’incipit del libro? In effetti, la famosa frase iniziale con cui il racconto ha inizio racchiude in se l’intera trama de “La metamorfosi” kafkiana.
A chi non è mai capitato di svegliarsi una mattina in preda agli incubi e credere di essere ancora dentro al terribile sogno? È capitato a tutto almeno una volta nella vita, per Gregor Samsa, invece, l’incubo diventa realtà, egli si sveglia in una mattina del 1915 e pian piano si rende conto di essere diventato un vero insetto con tanto di corazza e di zampette.
Gregor che si trova immobile nel suo letto percepisce il suo essere divenuto un insetto in quanto, tentando di ergersi eretto come qualunque uomo, si rende conto di esserne impossibilitato fisicamente oltre a provare un dolore lancinante alla schiena adesso divenuta dura e violacea.
Inizia per Gregor una vita d’inferno, rinchiuso dentro una sorta di “tana”, rifiutato ed umiliato dal padre, amato ma tenuto lontano dalla madre e accudito in modo complice e quasi incestuoso dalla sorella che sarà la stessa che ne proporrà l’eliminazione.

Che interpretazione dare?
Il genio di Kafka ci pone in questo racconti moltissimi interrogativi a cui è quasi impossibile tentare di dare delle risposte logiche.
Il motivo per il quale Gregor si tramuta in un animale non ci è mai svelato, ci è lasciato nell’ombra e dato in pasto a qualunque ipotesi.
L’interpretazione letteraria del testo ci porta subito a pensare ad una fiaba in cui convivono uomini e animali e la bravura di Kafka nel descrivere minuziosamente l’aspetto orripilante di Gregor stimola la mente ad immaginare l’insetto in tutta la sua bruttezza; perfetto erede del naturalismo, Kafka sembra quasi essere un entomologo che spiega nel dettaglio l’anatomia dell’insetto Gregor, la sua forma, le sue zampette che si agitano, i suoi colori e persino i suoi dolori.
Gregor è un insetto costretto a comportasi da uomo, che capisce ciò che lo circonda ma che da insetto viene trattato, è a dir poco commovente il momento in cui gli vengono tolti dalla sua stanza tutti i mobili di famiglia in modo da dargli maggior spazio possibile per i suoi movimenti inumani.
La disperazione di Gregor, la descrizione dettagliata dei suoi dolorosi movimenti, del suo guardare la sua famiglia da lontano mentre mangia riunita nello stesso tavolo dove poco prima era anch’egli seduto, violentano il lettore che ne assume la totale difesa.
Ricordando lo stile ermetico di Kafka non si può non dare un’interpretazione psicologia e metaforica a tutto il racconto.
Al centro del racconto vi è la famiglia Samsa e il rapporto dei componenti della famiglia con Gregor uomo e Gregor insetto.
L’uomo Gregor si alzava tutte le mattine all’alba per andare a lavorare, faceva il commesso viaggiatore, un lavoro che detestava ma che era costretto a fare per mantenere la sua famiglia e per dare una certa sicurezza economica nel futuro.
La sua famiglia non naviga nell’oro, un padre che aveva smesso di lavorare da tempo, anziano e appesantito, una madre vittima dell’asma che malamente riusciva a muoversi e una sorella diciassettenne che badava alla faccende domestiche e con la passione per il violino.
La mattina della trasformazione, Gregor, ha come primo pensiero quello di andare al lavoro, sa di essere in ritardo e sa che questo gli avrebbe fatto perdere il posto e ciò non poteva accadere, lui doveva sostentare la sua famiglia e aiutare la sorella ad andare un giorno al Conservatorio. Tanto era la sua devozione che non si curò più di tanto di essere divenuto uno scarafaggio….
Il vincolo biologico della famiglia è il tema portante del racconto, Kafka non ebbe mai un buon rapporto col padre e ciò nel tempo lo portò a schierarsi contro il paternalismo quasi tirannico della società del tempo; egli non ebbe vita facile, dedito alla letteratura e agli scritto veniva considerato un “diverso”, una specie di parassita.
Egli realizzò dunque nella vita e nel racconto che avessi dentro un animo sporco, sudicio, un insetto appunto, un insetto che decide di farsi da parte, di nascondersi e lasciarsi morire per il bene e per la salvaguardia della dignità della sua famiglia.
Il padre non accetterà mai l’immagine del figlio divenuto insetto, anzi, lo umilierà fino a colpirlo con una mela che gli si conficcherà nella schiena rimanendogli per sempre come una ferita che mai potrà sanarsi.
La madre, impotente, conserverà sempre il suo istinto materno ma a poco servirà a Gregor, il suo personaggio è infatti appannato da quello del padre e della sorella, è quello di una disperata madre che vorrebbe salvare il suo figlio “infelice” come lei stessa lo definisce.
Il rapporto complice con la sorella è enigmatico, la ragazzina si prende cura del fratello, dandogli da mangiare e pulendo la sua nuova dimora; è lei però che convincerà madre e padre del fatto che oramai quell’essere non è più il fratello ma solo una brutta bestia di cui sbarazzarsi.
Il cibo lega Gregor a Grete in un rapporto da molti definito quasi incestuoso, Grete sembra la fatina buona della nostra fiaba alla quale però manca la formula magina per rompere l’incentesimo!
La sua famiglia così come la società non accetteranno mai ciò che reputavano diverso senza però capire che lo sporco che la stessa società ha prodotto è proprio quell’insetto e con tutti i rifiuti della borghesi quell’insetto si nutre. Contrario ad ogni tipo di schematizzazione e contro l’ipocrita borghesia dell’epoca, egli descrive la realtà, la sua realtà con gran luce, egli stesso si sentiva un uccello libero ma dalle ali immobili. L’uomo è in realtà solo e solo deve farcela nel mondo.
Il libro è sicuramente da leggere e da avere nella propria biblioteca di casa, uno dei racconti più angoscianti del secolo scorso sull’inquietudine dell’uomo, sul rapporto di amore-odio con la famiglia, sulla lotta contro quel mondo alienante in cui Kafka sapeva di vivere. Un racconto pieno di interrogativi sulla vita e sui rapporti interpersonali, una storia adattabile a qualunque epoca, l’accettazione del diverso, l’umiliazione e il rifiuto per ciò che non è bello come vorremmo, il rapporto con la famiglia. Consigliato a tutti, da leggere rigorosamente tutto d’un fiato!.

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