mercoledì 7 gennaio 2009

La scoperta dell’inconscio.Liberamente tratto da “ Introduzione all’inconscio”, Gustav Jung

A CURA DI D. PICCHIOTTI

All’inizio del XX secolo, sulla base delle ricerche sui sogni condotte da Sigmund Freud, la conoscenza dell’individuo subisce una sorta di rivoluzione, con la scoperta dell’inconscio, cioè di una parte della psiche esistente al di là della coscienza.
Tale consapevolezza peraltro non è stata un’invenzione moderna: nelle società primitive si credeva che l’uomo avesse due anime, delle quali una poteva essere indicata come spirito della foresta o incarnata in un animale o in un albero; l’anima non costituiva quindi un’unità assoluta.
Anche l’uomo moderno può scorgere l’esistenza di due parti nell’anima, qualora sia posseduto o alterato dagli stati d’animo diventando irragionevole e questa parte non è conoscibile mediante il pensiero razionale, che comporta molti limiti.
L’uomo infatti non percepisce o comprende mai nulla completamente, limitato dalle possibilità dei suoi sensi che gli permettono una percezione limitata, appena ampliata dagli strumenti scientifici. Ad un certo punto l’uomo raggiunge un limite di certezza, al di là del quale la sua conoscenza non può procedere.
Per esprimere le innumerevoli cose che oltrepassano l’orizzonte della comprensione umana vengono utilizzati i simboli, immagini, parole o nomi che hanno un significato altro, nascosto, rispetto a quello immediato.
Anche in quello che riusciamo a percepire vi sono aspetti inconsci, perché gli aspetti della realtà sono tradotti dalla realtà alla mente e diventano eventi psichici, la cui sostanziale natura è inconoscibile perché la psiche non può conoscere la propria sostanza. In questo modo ogni esperienza della realtà contiene una serie di aspetti inconoscibili.
Ci sono pertanto degli eventi psichici che non abbiamo registrato consapevolmente perché sono rimasti al di sotto della soglia della coscienza. Ne possiamo prendere coscienza solo in un momento di intuizione oppure sotto forma di sogno, dove l’aspetto inconscio di ogni evento si rivela, non come pensiero razionale ma sotto forma di immagine simbolica.
E come se ogni individuo avesse due personalità all’interno: la loro dissociazione provoca una tragedia per l’uomo ed è molto frequente.
Il primo ad indagare l’argomento dei sogni come strumento per indagare l’inconscio è stato Sigmund Freud, basandosi sul principio che i sogni non erano eventi casuali ma fatti associati ai pensieri e ai problemi della coscienza. I simboli nevrotici erano per Freud un modo nel quale la mente inconscia riusciva ad esprimersi come può avvenire nei sogni.
Secondo Freud, ricorrendo alla tecnica della libera associazione, i sogni possono essere ricondotti a certi modelli fondamentali. L’idea di base era che lasciando libero il paziente di proseguire il racconto con le immagini apparse inconsciamente poteva rivelare la radice inconsapevole dei suoi disturbi.
Jung modifica questo pensiero sostenendo che i sogni potevano allora fornire indicazioni più specifiche analizzandone forma e contenuto, concentrandosi sul sogno piuttosto che sulle sue libere associazioni.
L’esistenza dell’inconscio può essere intuita anche sulla base di altri elementi: quando dei pensieri coscienti smettono di esserlo è come se non esistessero più mentre, in realtà, vanno nell’inconscio e possono riapparire in seguito. A volte ci dimentichiamo di una cosa e poi il nostro inconscio ce la suggerisce; alcune idee possono perdere di energia perché l’attenzione della coscienza si sposta su altro, ed è inevitabile perché la coscienza può mantenere in luce solo poche immagini contemporaneamente.
In altri casi, noi sperimentiamo delle cose senza prestar loro attenzione immediata, ma esse vengono registrate dall’inconscio e possono influenzare il nostro modo di reagire: a volte un’immagine o un profumo può richiamare cose non coscienti, ricordi o esperienze depositate a livello inconscio.
Altre esperienze sono rimosse involontariamente inconsciamente perché spiacevoli o incompatibili. Tutto questo materiale inconscio è la materia da cui si originano i sogni espressi sotto forma di simboli: tutti gli stimoli, percezioni, intuizioni, pensieri razionali o irrazionali, conclusioni, induzioni, deduzioni che possono diventare inconsci parzialmente o totalmente sono il materiale possibile dei sogni.
È necessario che una parte del materiale diventi inconscio perché manca spazio nella mente conscia, così contenuti consci possono svanire nell’inconscio e contenuti ignoti possono emergere da esso, sembrando completamente nuovi, producendo pensieri completamente nuovi. Questa produzione nuova nella psiche è particolarmente evidente nel simbolismo dei sogni.

Nessun commento: