mercoledì 26 novembre 2008

la Musica è affascinante, enigmaticamente ammaliante, non meno di quanto lo sia l'idea di un Dio

RICERCHE A CURA DI D. PICCHIOTTI

Ci siamo mai chiesti perché la Musica, l'arte astratta per antonomasia, nonché la regina stessa delle arti, disponga di così innumerevoli quantità d'armi per la "cattura" dell'animo e del corpo umano?
Esaltare, con la grandiosità e la forza dei suoi cori; deprimere, con la malinconia e la tristezza delle sue nenie; percuotere, con l'energia e la tribalità dei suoi ritmi; accarezzare, con la dolcezza e la soavità delle sue melodie. Ed ancora, commuovere, rilassare, irare, addormentare, svegliare, stordire, intimorire e mille altre cose ancora. Per non parlare poi dei " si dice che...", in cui Essa può guarire o procurare malattie, incantare animali, immobilizzare pesci, render mansuete le bestie, ed inoltre far gonfiare e traboccare fiumi, far germogliare piante, pacare tempeste.
Insomma sembra proprio che ci governi. La Musica ha il potere di gestire lo stato d'animo ed il comportamento di tutto ciò che sia ad Essa esposto. Per cui la Musica è affascinante, enigmaticamente ammaliante, non meno di quanto lo sia l'idea di un Dio che ci ha creato o di un Aldilà che ci sta aspettando. Sono queste le caratteristiche che hanno attribuito alla Musica una connotazione divina, quindi estranea ed anteriore all'uomo.
A ben vedere l'operato e l'influsso che essa esercita sull'Uomo non è dissimile da quello prodotto, sullo stesso, dai transiti degli Astri. Ed è quì praticamente inutile illustrarne le affinità, tanto forte ne è l'analogia.
Quello che mi propongo, invece, è di accennare ad una riflessione storica sul paragone, una riflessione cioé in cui la Storia abbia la possibilità di confermare come di smentire il significato di ciò su cui stiamo riflettendo.
Diamo quindi un veloce sguardo ad alcuni punti che potrebbero interessare il nostro argomento.

La tradizione orfeico-pitagorica
Una delle più importanti ipotesi sull'origine e sulla provenienza della Musica ci giunge dalla tradizione orfeico-pitagorica.
L'Apollo Iperboreo dalla "coscia d'oro" (Pitagora, per intenderci), c'insegna come la Musica non sia altro che un pallido riflesso di quel divino suono prodotto dai moti armonici dei Dieci corpi celesti che ruotano attorno ad un Fuoco centrale ( di quì le dieci note del Salterio Decacorde, lo strumento mistico che svelò a Gioacchino da Fiore il mistero della Trinità).
Per Pitagora quindi lo studio della Musica e dell'Astronomia, già note dai tempi dei Caldei, condotto su leggi matematiche, costituirebbe un notevole tramite per raggiungere la Conoscenza.
Non è indegno di nota il fatto che tale ipotesi sistematica abbia avuto ampio consenso in tutto il mondo culturale di allora, e abbia influenzato attivamente il pensiero di grandi personaggi come Platone, Aristotele e Plotino ( per citare i più autorevoli), tanto da sopravvivere anche alle scoperte rivoluzionarie di Copernico e Galileo.
Agrippa e il De occulta Filosofia
Fin dagli arbori della Cultura post-atlantidea troviamo quindi Musica ed Astri legati indissolubilmente in un rapporto che verrà più chiaramente esposto in quella meravigliosa sintesi del sapere umano (ed iniziatico) cinquecentesco che è il De occulta Filosofia di Cornelius Agrippa.
Il noto, seppur misterioso filosofo di Nettesheim, facendo pieno riferimento al sistema dei pitagorici, riporta ( nei capitoli XXIV, XXV, XXVI della sua opera) uno schema di corrispondenza tra Muse, corde del Salterio, scale musicali e pianeti ( e che troviamo già anche nel Pratica Musice di Gafurius (figura 1), andandolo ad inserire nel capitolo dedicato al "Mondo celeste".
Quest'ultima considerazione è fondamentale poiché introduce a quella concezione dell'Universo che vedeva il Cosmo diviso in tre livelli:

- Mondo Elementare, costituito dai quattro elementi, tutto il terrestre quindi.
- Mondo Celeste, costituo dai Corpi celesti e dalle Stelle fisse.
- Mondo Intellettuale, occupato dal Creatore e dalle Sue dirette emanazioni.

Ad ognuno dei tre Mondi veniva inoltre riferito un particolare tipo di Conoscenza, che si trovava quindi scissa in tre grandi gruppi di Sapere:

- Magia Naturale (Fisica), che studiava i fenomeni che avvengono nel mondo organico ed inorganico.
- Magia Celeste (Matematica), che si occupava del moto dei Corpi celesti.
- Magia Cerimoniale (Teologia), che trattava di Dio e di tutte le creature divine.

L'importanza di aver dovuto ricordare il sistema di Agrippa s'identifica con la necessità di mostrare in quale circostanza egli si sia occupato della Musica: il Mondo Celeste. Questo, che governava il Mondo Elementare e dal Mondo Intellettuale era retto, faceva da
tramite alle influenze che dal Creatore erano dirette alla Terra, ed era quindi anche il terreno dell'Astrologia. Abbiamo perciò una solare equiparazione di MUSICA e ASTROLOGIA: da un lato la Musica come dono, messaggio proveniente dalla Divinità e recepito sulla Terra dall'uomo, dall'altro l'Astrologia come prodotto dello sforzo umano di una conoscenza superiore.
Sono entrambi due tentativi di comunicazione tra gli stessi estremi.
Per cui anche Agrippa non riteneva certo fuori luogo l'idea che studiando gli effetti della Musica sull'animo umano e riferendoli a teorie astrologiche, si possa giungere ad una più alta Conoscenza. Prova ne è il largo successo riscosso in tutto il mondo musicale rinascimentale, decretando, per un certo verso, lo svilupparsi della polifonia.

L'antroposofia di Steiner

Ma è in Rudolf Steiner (1861-1925) che il nostro trinomio di partenza ritrova il fattore mancante: l'UOMO.
La necessità di aver dovuto fare un balzo di quattro secoli - escludendo quindi la possibilità di parlare di personalità eminenti quali Mozart, Goethe, Schopenhauer, Wagner, Nietzsche e molti altri ancora - viene dettata dal fatto che mai come con Steiner si era indagato tanto intimamente sull'atavico legame tra Umanità, Musica e Terra.
L'autore della Scienza Occulta (1910), oltre a tracciare le note linee di sviluppo parallelo tra le reincarnazioni dell'Uomo e quelle della Terra, elabora tra l'altro anche una similitudine tra l'evoluzione umana e quelle della Musica, o meglio della comprensione che l'Uomo ha e ha avuto della Musica ( Steiner predilige di parlare di "Esperienza musicale sperimentabile dall'Uomo").
Ma vediamo di seguire sommariamente le tappe del suo discorso:
L'Uomo è il risultato della compenetrazione di tre diversi livelli del proprio Essere:
- il corpo Fisico, ovvero l'insieme di tutte le strutture materiali che compongono il corpo vero e proprio ( apparato osseo, muscolare, epidermico, etc.); lo abbiamo in comune con il mondo minerale.
- il corpo Eterico, il complesso di quelle attività vitali che ci mantengono in vita (apparato circolatorio, linfatico, respiratorio etc.); lo abbiamo in comune col mondo vegetale.
- il corpo Astrale, dimora degli istinti, degli impulsi e dei desideri che ci impongono di agire (fame, sesso, conservazione della vita etc.), corpo che abbiamo in comune col mondo animale.
La consapevolezza, poi, che noi tutti abbiamo di questi corpi, dà luogo ad un quarto livello: l'IO, che ci distingue dagli animali e che caratterizza l'evoluzione umana sulla Terra. Gli altri corpi li abbiamo infatti ricevuti graduatamente ( durante l'arco di miliardi d'anni ), in passate "reincarnazioni" della Terra stessa ( l'Antroposofia chiama solo indicativamente Antico Saturno, Antico Sole, Antica Luna quei pianeti in cui noi abbiamo assunto rispettivamente il corpo Fisico, l'Eterico, e quello Astrale). L'Uomo, così come la Terra, dovrà
ancora passare attraverso altri tre gradi della propria evoluzione: il Sé spirituale, lo Spirito vitale e l'Uomo-Spirito, che acquisiremo quando la Terra sarà rispettivamente il Nuovo Giove, la Nuova Venere e il Nuovo Vulcano.
L'"ottava" musicale (i sette toni più i cinque semitoni) si evolve anch'essa ed è attualmente organizzata in modo simile all'Uomo, affinché possa egli sperimentarla (fig.2):
I primi quattro gradi della scala ( do, do#, re, re#) agiscono sull'Uomo facedone vibrare il corpo fisico, i quattro intermedi (mi, fa, fa#, sol) operano sul corpo eterico, mentre gli ultimi quattro (sol#, la, la#, si), sul corpo astrale.
Alla successiva ottava corrisponde l'Io, il quarto livello in cui si sperimenta in fondo tutta la scala.
L'esperienza musicale percorre quindi l'Uomo per intero, di modo che ogni singolo intervallo tra una nota e l'altra assuma in egli un determinato significato:

- l'intervallo di 2a (maggiore e minore) provoca sconcerto, asfissia melodica.
- l'intervallo di 3a (maggiore e minore) è proprio dell'interiorità umana e suscita debole gioia e
tristezza.
- nell'intervallo di 4a (giusto ed eccedente) ci si senti incerti, sospesi come in un precario
equilibrio: è infatti un intervallo di confine tra il corpo Fisico e quello Eterico, tra il mondo
umano e quello divino indicato da
- l'intervallo di 5a (giusto ed eccedente), in cui l'uomo sperimenta la piacevole sensazione del
rapimento dal proprio essere, che avviene per mano divina; ritrovandosi poi potenziato in
un'altra condizione.
- l'intervallo di 6a (maggiore e minore) indica infatti un felice risveglio, il ritrovarsi in un
ambiente soavemente bucolico, ma non certo reale.
-l'intervallo di 7a (maggiore e minore) infonde dolore e malinconia, poiché è il più lontano, e
perciò simboleggia il ricordo, la Memoria. E' tra i più notevoli perché, oltre al fatto che con esso
si sperimenta tutta la scala musicale, rappresenta inoltre, come la 4a, un momento di
transizione, di passaggio dalla zona astrale ( quella appunto della 7a) ad un livello superiore
del proprio Essere, l'Io, indicato ne
- l'intervallo di 8a, che ci conduce a possedere di nuovo noi stessi.

Per quanto riguarda la provenienza della Musica, Steiner si mostra tacitamente d'accordo con la tesi pitagorica: i suoni cosmici prodotti dal moto dei Pianeti, e residenti nel DEVACHAN - il mondo dei suoni fluttuanti che il nostro corpo Astrale attraversa quando si libera dalla "prigionia" del corpo Fisico (durante il sonno) - raggiungono le sostanze terrestri che, sotto l'influenza di tali vibrazioni, cominciano a "danzare". In tal modo ogni elemento terrestre ha un suo corrispettivo negli Astri, che plasmano la Terra attraverso la Musica.
Credo che a questo punto la traccia che ho voluto fornire sia sufficiente per favorire altre riflessioni riguardo all'argomento ASTRI-MUSICA-UOMO, che personalmente ritengo possa costituire un solido appiglio nella scalata della VERITA', nella quale però, oltre al pericolo di non avere l'attrezzatura adatta, si corre anche il rischio, una volta raggiuntala, d'identificarla con la CONOSCENZA, quando poi di questa non ne è che un infinitesima e relativa componente.
(liberamente tratto da testi vari) 
by Jon Clayt Graziano

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