mercoledì 16 aprile 2008

Alberto Burri – Biografia

a cura DI D. PICCHIOTTI

Alberto Burr i nasce a Città di Castello (Perugia) il 12 marzo 1915. Si laurea in medicina nel 1940. Quale
ufficiale medico è fatto prigioniero degli alleati in Tunisia nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford,
Texas. Qui comincia a dipingere. Tornato in Italia nel 1946, si stabilisce a Roma e si dedica alla pittura. Nel
'47 e '48 tiene le prime personali a Roma (Galleria La Margherita). Nel 1951 partecipa alla fondazione del
gruppo "Origine" con Ballocco, Capogrossi, Colla, e l'anno successivo espone, alla Galleria dell'Obelisco,
Neri e Muffe. Dal 1950 assumono rilievo i Sacchi, fino a predominare nelle mostre personali che, dopo
Roma, si tengono oramai anche in varie città americane ed europee: Chicago, New York, Colorado Springs,
Oakland, Seattle, San Paolo, Parigi, Milano, Bologna, Torino, Pittsburgh, Buffalo, San Francisco. Al volgere
del sesto decennio, nei successivi appuntamenti con il pubblico (Venezia, Roma, Londra, New York,
Bruxelles, Krefeld, Vienna, Kassel) appaiono i Legni, le Combustioni, i Ferri. Agli inizi degli anni sessanta
si segnalano in successione ravvicinata, a Parigi, Roma, L'Aquila, Livorno, e quindi a Houston, Minneapolis,
Buffalo, Pasadena, le prime ricapitolazioni antologiche che, con il nuovo contributo delle Plastiche,
diverranno vere e proprie retrospettive storiche a Darmstadt, Rotterdam, Torino e Parigi (1967-1972). Gli
anni '70 registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai
Cretti (terre e vinavil) ai Cellotex (compressi per uso industriale), mentre si susseguono le retrospettive
storiche: Assisi, Roma, Lisbona, Madrid Los Angeles, San Antonio, Milwaukee, New York, Napoli. In anni
recenti Burri realizza complessi organismi ciclici, a struttura polifonica. Il primo è stato Il Viaggio,
presentato a Città di Castello nel 1979 e passato l'anno successivo a Monaco di Baviera, poi Orti a Firenze
nello stesso '80, Sestante a Venezia (1983) e Annottarsi (‘85 e '86), che inizia da Roma la presentazione in
varie città europee. A Città di Castello dal 1981 è esposta in permanenza a Palazzo Albizzini una scelta
selezione di opere, omaggio di Burri alla sua città. Nell'84, per inaugurare l'attività di Brera nel settore del
contemporaneo, Milano ospita una esaustiva mostra di Burri. La fortuna critica del pittore si intreccia
strettamente da un lato con le reazioni-contrasto relative alla divulgazione della sua opera, sempre in
rapporto ad una diversa evoluzione del gusto secondo la cultura di fondo dei vari paesi europei ed americani,
dall'altro con le approssimazioni ed i tentativi della critica di rapportarne il significato e le motivazioni alle
pseudo-categorie divulgate di uso internazionale: art brut, informale, concettuale, ecc. In questa logica, i
quotidiani e i periodici d'informazione finiscono per registrare, dagli anni cinquanta ad oggi, un'esemplare
mutazione del gusto di massa, dalla ripulsa scandalizzata alla accettazione curiosa, all'accettazione motivata,
all'esaltazione acritica. In concreto la linea portante della lettura critica passa sostanzialmente attraverso i
testi sollecitati dalle mostre e attraverso i saggi ospitati da riviste specializzate. E' significativo che le prime
assonanze venissero da voci di poeti (L. De Libero, L. Sinisgalli, Alberto Burri, Roma, 1947; E. Villa, Burri,
Roma, 1963; J.J. Sweeney, Burri, Roma, 1955). Sweeney, dopo aver accolto l'opera di Burri in una
selezione al Guggenheim Museum (Younger European Painters, New York, 2 dic. 1953 - 21 feb. 1954), ne
illustrava il lavoro in un saggio monografico (Burri, Roma, 1955), lo presentava alla VII Quadriennale di
Roma nello stesso anno e vi ritornava con appassionata e lucida partecipazione in occasione della mostra
itinerante del '57 - '58 Paintings by Alberto Burri, Carnegie Institute, Pittsburgh, 1957) e della Biennale
Veneziana del '58. Saranno sempre esponenti della critica internazionale a seguire il processo espositivo e
divulgativo dell'opera di Burri (J.P. Byrnes, The Collages of Alberto Burri, Colorado Springs, 1955, Seattle,
1956; M. Tapié, Burri et César, Parigi, 1956; A. Pieyre de Mandiargues, Alberto Burri, Milano, 1957; E.
Vietta, Alberto Burri, Basilea, 1959; P. Wember, Alberto Burri, Krefeld e Vienna, 1959; H. Read, Alberto
Burri, Londra, 1960), mentre la critica italiana sembra accorgersi di questo outsider nel momento stesso in
cui se ne verifica l'accettazione accademica nell'ambito del museo e nelle "rappresentative" dell'arte attuale.
Pagine appassionate gli dedica Arcangeli (Opere di Alberto Burri, Bologna, Torino, 1957); Argan ne
presenta la prima retrospettiva (Burri, Bruxelles, 1959) e la personale alla XXX Biennale di Venezia (1960).
I primi approfondimenti storici sono di Calvesi, (Alberto Burri, in "Quadrum", n. 7, Bruxelles, 1959) e di
Crispolti (Mostra antologica, opere dal 1948 al 1955, Roma, 1961; Alternative Attuali, Omaggio a Burri,
L'Aquila, 1962). Gli anni sessanta vedono convergere sull'artista attenzioni e consensi improntati a svariate
giustificazioni critiche e metodologiche, nel tentativo di inquadrare in sistemi generali le motivazioni
contenutistiche e formali. Si segnalano in tal senso gli apporti di Brandi, culminati, dopo la presentazione di
una mostra nel '62, in un'ampia e documentatissima monografia (Burri, Roma, 1963, contributi al catalogo
generale di V. Rubiu) con motivi ripresi in successive occasioni (Assisi, 1975, Napoli, 1978). Dopo quella
sintesi ufficiale e nuove stimolanti prospettive di indagine proposte da Calvesi (Alberto Burri, Milano, 1971),
saranno ancora le esposizioni, tematiche o retrospettive, a stimolare il lavoro esegetico degli ultimi due
decenni, dal contributo, ancora una volta, di Sweeney (Houston, 1963) alla retrospettiva storica di Brera ed
alle personali in varie città europee: H.G. Sperlich, B. Krimmel, Alberto Burri, Darmstadt, Rotterdam 1967;
A. Passoni, Alberto Burri, Torino, 1971; J. Leymarie, Alberto Burri, Roma, Parigi, 1972; M. Calvesi,
Alberto Burri, Disegni, tempere e grafiche, Pesaro, 1976; B. Mantura, G. de Feo, Alberto Burri, Roma, 1976;
Alberto Burri – Biografia p.2
Madrid, Lisbona, 1977; G. Nordland, Alberto Burri a retrospective view 1948 - 1977, Los Angeles, 1977,
San Antonio, Milwaukee, New York, 1978; R. Causa, G.C. Argan, Alberto Burri, Napoli, 1978; N.
Sarteanesi, E. Steingräber, Alberto Burri, il Viaggio, Città di Castello 1979 e Monaco di Baviera 1980; V.
Bramanti, Alberto Burri, Firenze, 1980, J. Butterfield, Alberto Burri : Umbrian echoes and alchemical
implications, Palm Springs, 1982; G.C. Argan, Burri-Sestante, Venezia, 1983; C. Pirovano, Burri, Milano,
1984; G. Fournet, P. Falicon, D. Abadie, Alberto Burri, Rosso e Nero, Nizza, 1984; J. Leymarie, La poétique
de la matière, Parigi, 1985. Sintesi veloci dell'opera complessiva di Burri, variamente orientate sotto il
profilo critico, sono state offerte in agili monografie da V. Rubiu (Alberto Burri, Torino, 1975), da F. Caroli
(Burri, Milano, 1979), da S. Lux (Alberto Burri dalla pittura alla pittura, Roma, 1984) e da G. Serafini
(Burri, Firenze, 1991).
Nel 1973 Burri riceve dall’Accademia Nazionale dei Lincei il Premio Feltrinelli per la Grafica, con la
seguente motivazione: “per la qualità e l’invenzione pur nell’apparente semplicità, di una grafica realizzata
con mezzi modernissimi, che si integra perfettamente alla pittura dell’artista, di cui costituisce non già un
aspetto collaterale, ma quasi una vivificazione che accoppia il rigore estremo ad una purezza espressiva
incomparabile”.
Il premio viene devoluto dall’artista per il restauro del ciclo di affreschi di Luca Signorelli nell’Oratorio di
San Crescentino a Morra (Città di Castello).
Nel 1989 la Fondazione Palazzo Albizzini acquisisce gli Ex Seccatoi del Tabacco, complesso di capannoni
industriali destinati fino agli anni Sessanta all'essiccazione del tabacco. Queste architetture irripetibili, di
insolita grandezza, completamente dipinte di nero all'esterno per desiderio di Burri, sono state così
trasformate in una gigantesca scultura, contenitore ideale per i grandi cicli pittorici come Il Viaggio,
Annottarsi, Rosso e Nero, Non Ama il Nero. Queste ed altre numerose opere, tra cui le tre sculture Grande
Ferro Sestante, Grande Ferro K, Ferro U, collocate all'ingresso degli Ex Seccatoi del Tabacco, sono state
donate dall'artista a Città di Castello per completare il primo nucleo collocato a Palazzo Albizzini. Nel 1990
la Fondazione Palazzo Albizzini ha pubblicato un amplissimo volume con la documentazione relativa a circa
2000 opere dell'artista (Burri contributi al Catalogo Sistematico). Sempre nel 1990, Burri espone in una
galleria privata di New York (Salvatore Ala Gallery) il ciclo Palm Springs, 11 grandi cellotex del 1982.
Segue la mostra Perielio: Burri-Saffo all'Istituto Italiano di Cultura in Atene. Nello stesso anno, la galleria
Sapone di Nizza espone alla F.I.A.C. di Parigi una serie di Cellotex e la scultura Grande Ferro R viene
installata al Palazzo delle Arti e dello Sport "Mauro De André" di Ravenna. Nel 1991 una grande
retrospettiva, organizzata dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, è allestita a Palazzo Pepoli Campogrande
di Bologna, ove vengono esposte per la prima volta le opere di piccolissimo formato. La mostra prosegue poi
per Locarno, ospitata nella Pinacoteca Comunale Casa Rusca. Contemporaneamente il Castello di Rivoli
presenta 20 Cellotex inediti. Sempre nel 1991 Burri espone alla Mixografia Gallery di Los Angeles. Nel
1992 viene presentato al pubblico il ciclo Metamorfotex agli Ex Seccatoi del Tabacco di Città di Castello e
con l'occasione la Fondazione Palazzo Albizzini presenta il catalogo degli Ex Seccatoi del Tabacco, con
bibliografia aggiornata. Nello stesso anno nuovamente la Galleria Sapone di Nizza propone opere di Burri
alla F.I.A.C. di Parigi al Grand Palais, questa volta con quadri dal 1949 al 1992 ; la Galleria delle Arti di
Città di Castello ospita una mostra di grafica. La Obalne Galerije di Pirano e la Moderna Galerija di Lubiana
espongono una retrospettiva di opere grafiche (dal 1962 al 1981) tra il 1992 e il 1993. Nel 1993 presso gli Ex
Seccatoi del Tabacco viene aperto al pubblico un nuovo ciclo, dal titolo Il Nero e l'Oro, che consta di 10
Cellotex. Nello stesso anno viene realizzata per Faenza un'opera in ceramica di grandi dimensioni, che porta
lo stesso titolo Il Nero e l'Oro, collocata al Museo Internazionale delle Ceramiche, dono dell'artista alla città.
Sempre nel 1993 presso il Museo delle Genti d'Abruzzo di Pescara vengono esposte le opere grafiche del
Maestro. Nel 1994 Burri partecipa alla mostra The Italian Metamorphosis 1943-1968 presso il Solomon R.
Guggenheim Museum di New York. Dall' 11 maggio al 31 giugno '94 presso la Pinacoteca Nazionale di
Atene viene presentato il ciclo Burri il Polittico di Atene, Architetture con Cactus, che verrà esposto in
seguito presso l'Istituto Italiano di Cultura di Madrid (1995). Il 10 dicembre 1994 viene celebrata la
donazione di Burri agli Uffizi in Firenze, che comprende un quadro Bianco Nero del 1969 e tre serie di
grafiche datate 1993-94.
Alberto Burri muore a Nizza il 13 febbraio 1995.

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