giovedì 30 agosto 2007

ALLEGORIA DEL TRIONFO DI VENERE A cura di danilo picchiotti

Contesto storico Il dipinto venne inviato come regalo di Cosimo I de' Medici al re Francesco I di Francia, ed era quindi innanzitutto un oggetto politico: il neonato Ducato di Toscana era in cerca di allenze strategiche per evitare di venire fagocitato dal grande impero di Carlo V (come era avvenuto per il Ducato di Milano), per questo carcava di ingraziarsi la Francia inviando preziosi doni come questo e per allearsi con la Spagna sposò invece la figlia del viceré di Napoli, Eleonora di Toledo; per ingraziarsi il papato infine consegnò a Pio V un suo amico intimo accusato di eresia (finì infatti bruciato al rogo), Pietro Carnesecchi.Iconografia Essendo un quadro prodotto da una élite per un'altra élite, il soggetto è estermamente complicato, suggerito sicuramente da qualche personaggio erudito della corte medicea, e la mano di Bronzino realizzò uno dei capolavori più famosi di quell'epoca, il manierismo. Lo stile è molto idealizzato, sensuale ma anche freddo, quasi marmoreo, sublimamente idealizzato.La tela presenta più livelli di lettura. Il soggetto in generale è quasi sicuramente un'allegoria dell'amore sensuale, del sesso. Venere in primo piano (identificata dal pomo d'oro del giudizio di Paride), bacia sensulamente il figlio Eros, il quale, mostrando vistosamente le natiche, le solletica un capezzolo. Più complessa è l'interpretazione delle figure sul retro. Il putto con i campanelli alla caviglia, che sparge petali di rosa, ben illuminato sulla destra, simboleggia il riflesso più immediato del piacere carnale, la Gioia. Dietro di esso una fanciulla appena in ombra si presenta con un grazioso volto, ma è una figura molto ambigua: la sua natura ingannatrice è testimoniata dalle mani destra e sinistra scambiate e dal corpo di mostro appena visibile in basso; è infatti l'Inganno; dopotutto anche Venere e Eros si stanno ingannando a vicenda: lei sta rubando una freccia dalla sua faretra, lui le sta sfilando il diadema di perle.Sul lato opposto le due figure grottesche sono la Disperazione e la Follia (in basso), che sono le conseguenze di medio e lungo periodo dell'amore sensuale. Infine un vecchio in alto a destra stende un pesante velo che copre la scena: è il Tempo che spegne ogni passione.Curiosità Nell'Ottocento la sensualità erotica del dipinto destava imbarazzo per questo le nudità di Venere nel basso ventre furono coperte da un panno giallo, tolto durante un restauro novecentesco eseguito con ottimi risultati.
Allegoria del trionfo di Venere
Bronzino, 1540-1545
Olio su tavola, 146 × 116 cm
Londra, National Gallery

Nessun commento: